Livia, la psicologa
Livia è una psicologa abituata a lavorare nell'ambito scolastico, che viene convocata a Melata per occuparsi del caso Vanessa.
Baci da mamma
Livia scese dall'autobus con aria visibilmente frastornata, troppo trambusto a quell'ora troppa gente a giro, troppe telefonate, doveva dare più ordine alla sua vita... ( ma come si fà a fare ordine nella propria vita con questa amarezza addosso... fatti del genere la vita la sconvolgono proprio) pensò fra sé e sé, ricordando il brusco risveglio con la telefonata della sua collega che le raccontò il fatto increscioso, sconvolgente che era accaduto giorni prima. Una ragazzina, una piccola grande donna che aveva tentato il suicidio!! Dio mio ... è terribile!! Poi la telefonata di sua madre, sempre più fuori di testa con la raffiche di stramberie che le diceva, senza darle un momento per replicare ... poi il postino che le aveva portato lo strano biglietto ... sempre di sua madre, che le chiedeva ... anzi le ordinava di recarsi urgentemente alla pensione albergo "Giuditta" ... poi la corsa per uscire e correre alla pensione ...
Lì l'aveva accolta un signore sulla settantina, vestito di tutto punto con un cravattino che assomigliava tanto ... a ... ( ma non le veniva in mente a chi) con quei suoi buffi baffetti … faccia da brava persona … una persona che si notava ma stranamente allo stesso tempo non destava motivo di attenzione:
- Buongiorno Signorina - l’accolse con un sorriso l’uomo- come posso aiutarla?
- Buongiorno a lei, mi hanno detto che lei ha qualcosa per me, le risulta?
- E' per caso la Signorina Livia?
Le cose erano due ... o quel tipo non aveva troppi clienti ... o sua madre l'aveva descrita dettagliatamente ... ma conoscendola ... a seconda ipotesi era quella giusta:
- In persona ! - rispose pronta, con aria divertita.
L'uomo da sotto il banco della reception tirò fuori una busta, gliela porse ... salutandola in tutta fretta ... Livia a sua voltà salutò l'uomo e se ne andò.
Dirigendosi verso il suo studio, dette una lettura veloce a quel biglietto. Certo - pensava - poteva dirmelo per telefono, ma mia madre è mia madre, unica al mondo ... e per fortuna".
Lei e la madre erano amiche da sempre, ma ad un certo punto della vita, dopo che suo padre venne a mancare, la madre aveva avuto una depressione.. normale in certi casi, e lei all'epoca era sicura che si sarebbe ripresa presto, ma quella sicurezza venne meno, quando si accorse che la madre aveva questi periodi di stramberie più frequenti, non gravi ma comunque preoccupanti.
Inoltre con il suo allontamento dalla casa di famiglia, si era concentrata più alla sua carriera, lasciando sua madre un po' più a se stessa ... forse dovevo restare con lei ... e presa in questa altalena di riflessioni e sensi di colpa giunse al suo studio ... e sedendosi alla scrivania, prestò attenzione a quel biglietto.
Non credeva ai suoi occhi: Mamma! Ancora con questi indovinelli! Nel biglietto, infatti, una serie di numeri allineati come tanti soldatini in fila ... questo strano modo di comunicare le faceva ricordare quando da bambina sua madre per dirle qualsiasi cosa usava il metodo binario, ma ora era adulta e avrebbe voluto un rapporto diverso con sua madre.
Sospirò pazientemente decifrando il messaggio: 01010101 01101110 00100000 01100110 01100001 01110100 01110100 01101111 00100000 01100111 01110010 01100001 01110110 01100101 00100000 01100001 01101100 01101100 00100111 01100001 01110000 01110000 01100001 01110010 01100101 01101110 01111010 01100001 00100000 01110011 01110100 01110010 01100001 01101110 01101111 00100000 01110011 01110100 01100001 00100000 01110000 01100101 01110010 00100000 01100001 01110010 01110010 01101001 01110110 01100001 01110010 01100101 00100000 01100001 01101001 00100000 01110100 01110101 01101111 01101001 00100000 01101111 01100011 01100011 01101000 01101001 00101110 00100000 01010100 01101001 00100000 01100010 01100001 01100011 01101001 01101111 00100000 01100101 00100000 01110100 01101001 00100000 01100001 01100010 01100010 01110010 01100001 01100011 01100011 01101001 01101111 00100000 01101101 01100001 01101101 01101101 01100001 (soluzione: Un fatto grave all'apparenza strano sta per arrivare ai tuoi occhi. Ti bacio e ti abbraccio mamma) sorrise all'ennesima stranezza materna, apprezzando però quella frase finale affettuosa che mai le faceva mancare, ma non poteva telefonarle e dimenticare la mole di lavoro accumulata davanti a sé. Il caso Vanessa era di particolare importanza, quindi decise di andare a parlare con due sue colleghe per avere più informazioni e dettagli. Una miriade di domande l'assillavano, mentre le colleghe le fecero un quadro più generale del fatto...
Come può una creatura così giovane decidere di suicidarsi ? Cosa era accaduto? I genitori come hanno reagito? E i compagni? Oramai queste domande non facevano che premere nella mente impedendole di ascoltare chiunque le parlasse:
- Livia ma mi stai ascoltando? - La voce di una delle due colleghe voce la riportarono alla realtà: - si si scusami stavo riflettendo su quanto mi stavi raccontand.. ma dimmi quale collega dei nostri si occupa di questo caso?
- Mi pare se ne sia occupato, il Dr. Cardelli, ma prima di partire per le terme, però puoi sentire in direzione, vuoi occupartene tu?
- Sì, avrei proprio desiderio di occuparmene, vado in direzione e m'informo, ciao per ora.
In direzione non vi era anima viva, sempre così quando uno ha bisogno ... lasciò un biglietto con il suo numero di telefono e una breve sintesi della motivazione della sua richiesta, e lasciandolo in bella vita sullo scrittoio se ne tornò nel suo studio. Dove continuò lavorare ad altre cose ma sempre restando con la mente un po' ... a Vanessa ... un po' a sua madre ... fino a tarda serata. Ormai erano diventati pensieri fissi, giovani ... e famiglia, tematiche troppo importanti per essere lasciati in sospeso.
Coincidenze
L'indomani Livia in un risveglio più tranquillo del giorno precedente, la mente tornò ai fatti, sua madre non la sentiva da ore, ma le annunciava un fatto grave in arrivo... e nello stesso tempo, al fatto grave di Vanessa che per coincidenza (forse) era arrivato... le due cose sono collegate? Cosa avrebbe avuto a che fare sua madre con il dramma di vanessa? Mia madre e Vanessa si conoscono? Pensieri assilanti per tutta la mattina...e dopo essersi preparata per uscire, s'incamminò prima alla latteria per un buon caffè, poi in edicola... poi verso il lavoro... quando svoltando l'angolo, notò un gruppo di persone che stava discutendo animatamente, si avvicinò per origliare e capire cosa accadendo, cogliendo al volo delle frasi tipo la stranezza di sparizione di piazze.. e persone... un fatto terribile in una scuola...(Ecco non sono solo io ad ipotizzare strane coincidenze). Adesso si che credeva irreale ma possibile che ci fosse un qualche legame tra la sparizione della piazza, la scomparsa della madre ...e perché no...anche il caso di Vanessa non le pareva affatto estraneo a tutto il resto, sopratutto dopo aver parlato con Laura la collega.
Nel momento che varcò la soglia della scuola dove era situato il suo studio, ricevette la telefonata della direttrice scolastica la quale la informava che il dr. Cardelli non sarebbe tornato prima di 10 giorni, quindi era concorde che il caso Vanessa non potesse aspettare così tanto tempo per essere seguito, e che era poteva prendere l'incarico da subito.
Soddisfatta della telefonata, preparò un programma di fasi con sui avrebbe intrapreso il caso.. arrivando alla conclusione che una delle prime fasi era quella d'iinvestigare un po' di più ma per vie traverse, doveva approfondire cercando info … si quelle che di solito usano scovare giornalisti e investigatori ed ecco che improvvisamente le venne in mente quel ... Andrea Coletti che l'aveva contattata varie volte...e che lei aveva ignorato sul momento. Arrivata nella stanza che le era stata assegnata, si ricordò di aver messo da qualche parte il numero di telefono ...della redazione e trovandolo sotto una pila di fogli compose il numero senza nemmeno sedersi...o
Una voce femmininile piacevole e spigliata le rispose subito: - Redazione, buongiorno, come posso aiutarla?
-
Salve, mi chiamo Livia esercito in una scuola del posto come supporto psicologico, sono a conoscenza che il Direttore Andrea Coletti mi ha cercata qualche giorno fa... è possibile parlarci?
La segretaria la mise prontamente in contatto con l'ufficio del Direttore :
-
Dr.ssa buongiorno... parlarle è un'impresa ardua, cosa posso fare per lei? Una voce femminile colse di sorpresa Livia che si aspettava la voce gracchiante e roca di un uomo:
-
Ehm .. buongiorno Direttrice, innanzi tutto le chiedo scusa, ma gli impegni lavorativvi, come comprenderà bene ... sopratutto con gli ultimi fatti... come ben sa
-
ecco a proposito di questi fatti l'avevo contattata per avere una sua visione sull'accaduto per il nostro editoriale mensile, Livia possiamo darci del tu ?
-
Certamente, ma non possiamo ridicolizzare l'argomento con un editoriale e chiuderlo la', capisce ? Mi scusi la franchezza ma il suo giornale mi pare capire sia improntato su argomenti un po' diversi da tematiche sociali ben più gravi. Andrea riconobbe che aveva dato l'impressione di sminuire la faccenda, e riprendendosi con destrezza:
- Perdonami Livia non volevo darti l'impressione di ridicolizzare l'argomento, quindi mi stai proponendo di lavorare insieme?
-
Più che altro ho pensato che forse potresti avere accesso a informazioni che io non ho.... diciamo informazioni diverse da quelle che potrei avere attraverso i colloqui diretti con la studentessa e con genitori e compagni... potremmo poi confrontarle. Il tono di Andrea si fece più basso, comprendendo dove voleva arrivare la psicologa:
-
in effetti ho alcune info che potrebbero essere utili e confrontarle con le tue beh sarebbe una cosa utile, scusami per prima , non volevo sminuire la gravità di questo fatto, fralaltro mi colpisce particolarmente quindi qualsiasi aiuto esterno è ben accetto.
- Perché è molto importante per te? se posso chiedere
Un'espressioe di tristezza passata calò sul volto di Andrea che con un tono di sofferenza:
-
Beh, ho avuto anch'io dei problemi simili quando ero giovane e vorrei fare la differenza per questa ragazza.
-
Capisco. Grazie per avermelo detto. Sarebbe fantastico se potessimo lavorare insieme per aiutare questa ragazza e la...comunità. Lasciando questa ultima frase con delle pause, cercando di fare notare che forse ci poteva essere altro che stava capitando... ma questa suspence non sembrò essere percepita dall'altra parte del telefono, deludendo Livia, la quale aveva bisogno di sapere se i sospetti erano solo frutto della sua sensilbità o se anche altri... Andrea incalzò:
-
Assolutamente! Diamoci da fare e fissiamo per incontrarci.
Le due donne fissarono per quel giorno stesso, Livia comunicò che avrebbe portato con se una collega. Salutando chiuse la chiamata e si precipitò ad avvertire Laura per chiederle di accompagnarla, un po' risentita con se stessa e quel suo brutto vizio cdi organizzare le cose senza chiedere prima al diretto interessato. Perché proprio a Laura vi chiederete... Nonostante avessero avuto rapporti tesi in passato in Laura c'era molto di più sotto la scorza rigida di Laura e che la sua freddezza era solo una maschera, einoltre perché nel loro ultimo incontro Laura le parlò in tono molto confidenziale sulla sparizione delle piazze e di sua madre e i suicidi, potevano avere un legame. Fù lì che a Livia cominciò ad elaborare sospetti il ricordo del passato traumatico della collega, la scomparsa di una delle sue amiche in una di quelle piazze, la lasciarono un' frastornata... com'è possibile sparire così all'improvviso mentre attraversi una piazza... caderci dentro come un buco e svanire... nel nulla!! I giornali a quei tempi decisero che era un suicidio... ma perché in un suicidio non si ritrova il corpo? E perché Vanessa dodicenne allegra e solare un giorno decise di farsi 4 passi nel cielo? Il mistero andava sciolto.
Nuovi incontri
L'incontro con Andrea al giornale era imminente, ma prima di recarsi all'appuntamento una volta recuperata Laura alla sua abitazione, le due donne si presero un momento di riflessione, Livia doveva assicurarsi della complicità della collega... e quindi... parcheggiò la macchina sotto l'edificio del giornale , e prima di scendere, trattenne Laura per farle capire che dovevano prima parlare insieme: - Laura... ascolta prima d'incontrare Andrea, vorrei fare con te un punto della situazione che andiamo a creare, giusto per non trovarsi impreparate in quello che possiamo e non possiamo svelare, lo capisci che noi abbiamo l'obbligo del segreto professionale.
- Livia sono daccordo con te, non possiamo svendere informazioni personali, quindi come pensi di comportarti? E a proposito, hai pensato di fissare la seduta con i genitori di Vanessa che ti avevo proposto.
- si, ci ho pensato ma prima d'incontrare i genitori, avrei pensato di farne una seconda seduta con Vanessa, In quanto nella prima seduta .. ci sono cose da approfondire. Livia aggrottò la fronte attirando l'attenzione di Laura
- che cosa è accaduto nella prima seduta?
Ma Livia non le rispose, rimase assorta nel ricordo di quella prima seduta, lasciando un'espressione di preoccupazione negli occhi di Laura... poi con lucidità continuò:
- sono rimasta molto colpita da alcune affermazioni di Vanessa, mi ha confidato cose che secondo me potrebbero aiutarci ad arrivare alla motivazione del suo gesto, ma che devo approfondire, devo capirne l'affidabilità di alcune frasi ecco perché vorrei accordarmi con te.
- certo lo capisco e fai bene ad approfondire, secondo me è meglio non dare questa informazione
Il cellulare di Livia, squillò all'improvviso dandole modo di sviare una ua potenziale e fettolosa risposta alla la collega, convincendosi che (era meglio non dire troppo e a troppe persone) pensò fra sè e sè rispondendo alla telefonata.
-
pronto.... Mamma!! sei tu?
-
- Amoruccio, tesorino, farfallina, certo che sono io.
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ancora con sta farfallina Mamma? Non pensi che oramai sono cresciuta per questi nomignoli? Chissà cosa penserà la gente vicino a te"
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penserà che sono una vecchia signora rimbambita? Ahaha Livia Livia sarai cresciuta ma ti fai ancora troppi problemi e meno male sei una strizzacervelli!! che vuoi che m'importi cosa pensa la gente di me ahaha
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Mamma....." ma l'anziana signora per niente turbata dal protestare della figlia cominciò a farfugliare una mitragia di richieste incomprensibili
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Ascoltami bene Livia, la faccenda è seria, devo vederti, incontrarti, devo dirti tante cose, ma qua non mi fanno uscire, è uno strano posto, gente strana...
Livia sospirò paziente, convinta che sua madre ne aveva inventata un'altra delle sue per coinvolgerla, ma allo stesso tempo si sentva in colpa un po' per averla trascurata ultimamente
-
Mamma, di che posto strano stai parlando? E chi sono la gente strana? MAMMA dove ti trovi? ... Mamma? Mamma....
La telefonata s'interruppe dopo una sfilza di rumori misteriosi e fruscii strani, Livia rimase così con una smorfia interrogativa sul volto e il cellulare a mezz'aria!!
-
Ehi tutto bene Livia? Le chiese Laura preoccupata - mancano 5 minuti all'appuntamento andiamo?
La redazione era un luogo frenetico e un po' chiassoso per l'umore di Livia, ma all'improvviso quegli odori di carta, inchiostro, le fecero quasi scordare le preoccupazioni della telefonata con la madre, e l'argomento che stava per affrontare. Andrea accolse Laura e Livia facendole accomodare in una stanza un po' appartata e lontano dal chiasso, ma non dagli odori... quegli odori che le facevano ricordare i tempi della scuola, i tempi della spensieratezza, quella di cui aveva bisogno ancora.
-
Benvenute, sono lieta di conoscervi di persona.. Livia, Laura vi presento Roxy ...una mia cara amica e nota giornalista, ed Eva, una giovane promessa scrittrice che forse però conoscete già dal momento che è in visita a Melata
L'amica giornalista Roxy a Livia pareva averla incrociata, ma non rammentava in che situazione, mentre Eva ... una scrittrice si ma soprattutto un' amica a cui spesso aveva dato supporto e affetto ricevendone altrettanto.. ma ... che strano.. che Andrea avesse coinvolto queste due donne.
Andrea guidò il gruppetto di donne nella sala riunioni e con aria di chi è abituata a fare da leader , prese la parola
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bene signore inizierò io, abbiamo parlato con vari compagni della ragazza , con le bidelle della scuola, con i professori invece ci sono state difficoltà come potete immaginare in quanto non abbiamo l'autorizzazione di intervistare tutti, mentre i genitori della ragazza... ma Livia interrompendola subito:
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- Scusami se t'interrompo" e con severità aggiunse - la ragazza in questione ha un nome ed è Vanessa... non accetto che si generalizzi nel chiamare Vanessa ...ragazza... è come dire che ogni ragazza ha le stesse motivazioni, gli stessi problemi, personalità, è molto importante comprendere che ogni persona ha un nome diverso appunto, un' unicità uguale a nessun'altro.
Andrea colse quella strigliata sentendosi in colpa e riprendendo a parlare:
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Scusa tu e scusate tutte, in effetti i nostri ruoli e professioni fan sì che ci approcciamo alle persone in modo diverso... allora, stavo dicendo... mentre con i genitori di Vanessa .. abbiamo a lungo parlato, e pare che Vanessa, abbia si compiuto questo disperato gesto per la seconda volta ma pare.. che ogni disperato gesto sia stato anticipato da strani comportamenti di umore
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Quindi cosa ne ha dedotto? Chiese Livia - Un'amore finito male? Frequentazioni inadatte alla sua età? Bullismo? Famiglia disastrata? Che idea se ne è fatta?
Tutte le donne presenti si guardarono, era chiaro che ognuna aveva la sua ipotesi, Andrea rispose per prima:
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beh queste che tu hai citato sono tutte problematiche dell'età, certo è che alcuni reagiscono in modo diverso, altre ne fanno un dramma. All'improvviso Laura con i suoi modi un po' isterici quasi come punta da uno spillo sulla sua sedia, prese la parola:
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Livia hai sentito? Dramma? Ma qua mica siamo su un palcoscenico di teatro? Non pensa di sminuire troppo la situazione??
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Calma Laura, calmiamoci tutte – Livia riprese la calma dovuta e consapevole che la discussione stava degenerando e in tono più pacato proseguì:
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questo incontro non è processo non siamo qua a giudicare!! siamo qui a mettere sul tavolo informazioni diverse e ognuno ne farà uso e valutazione a suo modo e nei suoi tempi, potete immaginare io sono in possesso di informazioni anche più personali su Vanessa, che però non posso condividere, non possiamo violarlo.
Andrea, Eva e Roxy annuirono, Eva prese la parola:
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certo lo capiamo bene, ma necessita anche l'urgenza giusto per non dare alla comunità la sensazione che ce ne stiamo dimenticando, ognuna di noi nella figura del proprio ruolo può scrivere un editoriale, Che ne pensate?
A Livia piacque molto Eva che con il suo modo equilibrato cercava sempre un compromesso e sorridendole congedò le presenti:
- Bene credo che possa bastare, dal mio canto nella prima seduta con Vanessa non mi è saltato all'occhio cose particolari, ma è stato solo un primo incontro, dovrò approfondire, vorrei scusarmi, mi spiace di esser stata molto severa ma ancora posso davvero condividere poco, comunque grazie è stato un lieto pomeriggio.
Roxy che fino ad allora era rimasta taciturna:
-
tranquilla Livia avevamo messo in conto un po' di imcomprensioni, questo fatto molto grave ha scosso davvero tutto il paese. Mi raccomando aggiorniamoci nei prossimi giorni.
In effetti il pomeriggio era volato più o meno in modo soddisfacente, certo che le info che erano state condivise non erano molte, ma potevano stimolare svariati punti di vista. Livia e Laura erano però concordi su una cosa; Andrea dava sempre più la sensazione che volesse sapere piuttosto che condividere e che forse non era nemmeno la persona giusta.
Una volta fuori dalla redazione:
-
Laura ti riaccompagno a casa?
-
No grazie Livia preferisco fare due passi
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Allora ciao, e grazie di essere stata con me.
Livia riprese l'auto, decise che doveva tornare allo studio per riascoltare la prima seduta con Vanessa, e per farlo aveva bisogno di calma.
La scuola in orario non scolastico era il luogo in cui preferiva stare, nel silenzio di quei lunghi e interminabili corridoi, dove i ragazzi alla fine ancora un po' bambini amavano correre e ridere.
Si sedette sul divanetto dove era solita far accomodare suoi pazienti e nel silenzio e la concentrazione di cui aveva bisogno cominciò a rileggere la sua relazione; Vanessa appare una ragazzina molto timida e un po' intimorita, si tiene le mani, si tortura le unghie durante la seduta, tiene lo sguardo basso. Ho iniziato creando un'atmosfera serena per metterla a suo agio, le ho chiesto come si sentisse, risponde di non sentirsi ancora bene, e di non sapere bene spiegarmi il motivo del suo gesto, ma rammenta bene lo stato emotivo di tristezza e solitudine che la invadeva nel momento del suo grave gesto, e di avere ancora quello stato d'animo.Ho continuato a cercare a farla sentire a proprio agio, ribadendo che nella sua situazione è del tutto normale sentirsi confusa e spaventata, quando all'improvviso ha dichiarato di provare anche un forte senso di rabbia nei confronti di se stessa e con il mondo, alla mia richiesta di spiegazione a quell'affermazione, si è incolpata di debolezza, molto probabilmente non prova stima di sè nel chiedere aiuto, del tutto normale per una ragazza della sua giovane età. Il mo compito durante tutta la seduta è stato quella di normalizzare tutti quegli stati d'animo, continuando a farle sapere che niente era anormale, e che molte persone spesso ricorrono a supporti anche di questo genere, per superare le difficoltà e quindi non era il caso d'incolparsi troppo, anzi ho accentuato il fatto, che contrariamente a quanto si pensi, chiedere aiuto è invece un gesto molto coraggioso e di responsabilità verso se stessi e gli altri.Ha espresso comunque che non le piace chiedere aiuto, questo spiega il suo rimuginamento emotivo prima di compiere il suo grave gesto, ne deduco che non abbia un rapporto eccellente di comunicazione con compagni ma sopratutto con la sua famiglia.
Vanessa si è rilassata un po' di più quando le ho chiesto dei suoi interessi, ho voluto alleggerire il tono della seduta per farla aprire ulteriormente, ha elencato i suoi hobby e interessi sorridendo leggermente, hobby tutti normalisimi per la sua età, anche se svela che disegnare e leggere romanzi di fantascienza sono le sue passioni. Le ho poi chiesto cosa le piacesse della fantascienza, e ha risposto che è affascinata all'idea di un mondo diverso, forse perché il mondo che vive adesso che l'ha portata alla disperazione, lo sente come una cosa da cambiare. Trovo in questa affermazione, la voglia i cambiare le cose, la sua vita, è un segno di speranza che ha dentro sè, è molto positivo e un valore aggiunto, guardare al futuro a questa età denota una maturità anmala ma possibile, anche se subito dopo ho percepito un tono spaventato parlando di questo suo futuro. C'è una frase di Vanessa che mi ha colpito molto, alla mia domanda del perché la spaventasse il futuro nonostante lo desiderasse ha risposto... la cito testualmente " nel futuro ci sono tante cose brutte che potrebbero accadere e nel mio ho visto cose che non mi piacciono, mi spaventano.." pensavo di sorvolare su questa frase, ma ho provato ad indagare di più, ho insistito dove avesse visto il suo futuro, lo ha immaginato? Sognato? La sua risposta è stata abbastanza intensa, con sicurezza e guardandomi negli occhi ha affermato di averlo vissuto, per poi abbassandodi nuovo lo sguardo. Non si è poi più sentita a suo agio e non ha voluto spiegarmi meglio, ho lasciato cadere la faccenda, certa che ha bisogno di elaborare ancora i suoi molteplici pensieri,l'ho ringraziata per il suo tempo dedicatomi, invitandola a tornare a parlare con me ogni volta ne sentisse il bisogno.
Conclusioni personali: penso che Vanessa abbia bisogno di esprimersi e di comunicare, spogliarsi di tutti i sensi di colpa che il suicidio di norma crea nelle persone. L'esasperazione umana denota il rimuginamento per molto tempo, su problemi, dubbi che la vita quotidiana offre a tutti noi e a qualsiasi età, consiglio di proseguire la terapia psicologica. Mi prendo l'incarico anche di parlare ulteriormente con la famiglia. Livia rimase a riflettere .. una cosa non le quadrava ... il futuro può essere immaginato.. certo che sì, sognato anche... ovvio... ma poi? Visssuto come un dejavù? ... o beh capita anche quello, ma vissuto.... vissuto ... a quel vissuto Livia non sapeva proprio dargli una risposta, sensata.... Si precipitò alzandosi di scatto alla borsa, prese il cellulare e compose un numero:
- Ciao Eva, ti distubo? Ah tranquilla è una cosa veloce che devo dirti, devo parlarti... come? Ah si hai ragione ti chiedo scusa... ma alla riunione non potevo dire, quell'Andrea sembrava volesse più estorcermi confidenze che condividere... anche tu hai avuto questa sensazione?? ecco bene almeno non sono la solita diffidente solo io ahaha, dai ci vediamo presto...e ... se non ti chiamo io.. ricordamelo tu che dobbiamo parlarci... ok ok grazie anche a te ciao. Anche stavolta Livia aveva sparato frasi affermazioni senza aspettare troppo le risposte di Eva... ecco da chi aveva preso quel brutto vizio. Sua madre!!
Era arrivato il momento di fare delle serie ricerche, ed era il momento giusto per coinvolgere qualcuno che potesse aiutarla a sciogliere alcuni dubbi..., si mise davanti al computer e cominciò a cercare... non sapeva bene nemmeno lei come formulare queste ricerche.... ma come accade spesso... " si trova quel che si cerca, quando non lo si cerca" una delle tante frasi folli di sua madre.
Forse un futuro vissuto in una zona più profonda del subconscio? Beh però per approfondire questo occorrerebbe una seduta di ipnosi, forse doveva interpellare qualche collega più competente, e ad un certo punto uno sbadiglio improvviso le ricordò che aveva sullo stomaco soltanto una misera colazione... questo caso le stava consumando energia, e se non voleva esaurirsi del tutto doveva mangiare qualcosa.
Uscìì di corsa fuori dallo studio e si diresse alla trattoria ... l'unica a Melata.. ma l'unica anche nel servire deliziosi manicaretti tanto deliziosi ...uhmm che solo a pensarli la fame ruggiva come una tigre.
Vanessa
Vanessa tornò alla realtà con un sobbalzo.
Rendendosi conto che aveva appena avuto un altro flash sul futuro e non un sogno.... questa era la difficoltà nel doverlo spiegare a sua madre, a suo padre, che la guardavano ogni giorno con quello sguardo disperato, a Livia che cercava in lei motivazioni più psicologiche che altro e ai giornalisti con le loro raffiche di domande a volere a tutti i costi catturare un colpevole, mentre la verità che solo lei conosceva è che i colpevoli erano soltanto tutti loro.
Un flash che le mostrava il futuro di Melata, del mondo intero e di tutti suoi abitanti, la stessa visione che aveva avuto mesi prima, tanto da portarla al gesto estremo.
Adesso era conscia, consapevole che era dotata di un talento sovrannaturale, come sua zia Elettra, di cui sua madre non le parlava mai, quasi fosse il diavolo.
Una Catastrofe si sarebbe abbattuta sul pianeta per colpa della mano dell'uomo, non ci sarebbe stato scampo per nessuno. 2023 PDC quel codice apparso nel flashblack come quando appare un lampo che annuncia il temporale, che non sapeva decifrare, forse il nome di un'asteroide? quanto grande? E quando sarebbe caduta?. Oppure un gas? Chi avrebbe avvelenato la terra con questo gas? Tutti quei dubbi la spaventavano le facevano venire mal di testa, le soffocavano la gola, le provocavano angoscia, la rendevano la persona che non era, musona, sempre diffidente, isolata da tutti, i compagni, dalla sua famiglia, neppure alla psicologa era riuscita a dire, ma solo abbozzare mezze frasi a far sospettare qualcosa ... si sentiva perennemente sola in mezzo al mondo, la ricerca della morte era stata la sua unica soluzione. Morire per morire... meglio per mano sua che da chissà quale evento!!
Essere una ragazzina non voleva dire essere indifferente al bene dell'ambiente, ma spesso avrebbe voluto essere soltanto una ragazzina con problemi meno terrificanti.
Salvare il mondo...come poteva riuscirci??
Decise di uscire un poco dirigendosi verso una zona meno frequentata di Melata, la piazza con l'orologio che segnava due ore alla volta l'aveva sempre affascinata, sentiva che era speciale come lei .. ma quando una cosa è tanto speciale o "difettosa" spesso la gente ti emargina ... (già lo so) pensò sedendosi sul bordo della fontana vicino all'orologio.
In quel luogo, il tempo non aveva più importanza, dal momento che una voltà lì non si sapeva più che ore fossero, era bello che ci fosse una tale opportunità, scordare per un po' quello che la mente rimuginava freneticamente ogni minuto. E spariti i minuti, sparivano anche le angosce.
Era un bel pomeriggio soleggiato, un posto bellissimo e per molti aspetti irreale, il profumo dei piccoli fiori appena sbocciati, gli uccellini che le si posavano davanti in cerca di briciole, e quei meravigliosi alberi imponenti... che parevano lanciare le loro braccia lassù nel cielo azzurro con il desiderio di aggrapparsi alle nuvole e volare via.
Quel “quadro” dipinto con pensieri positivi l'aiutarono ad elaborare i suoi problematici pensieri... quando all'improvviso, si accorse di non essere sola, una buffa signora farfugliava qualcosa a voce alta, parlava di una chiave, cercava una chiave e pareva esasperata nel non trovarla!!
D' 'istinto si avvicino alla donna per offrirle il suo aiuto ma ella le sorrise amorevolmente come se la conoscesse da tempo, come se la scomparsa di quella chiave non fosse più un problema. Vanessa si sconvolse quando la donna la prese per mano e ... in quel contatto ricevette una scossa sulla lingua, un sapore metallico e un forte rombo che la fecero sobbalzare, tutto intorno a lei cominciò a tremare, e diventare buio... come se il mondo stesse per frantumarsi!! “Siamo già alla fine??” le scappò come un grido. Poi il silenzio assoluto
Quando il ritmo del respiro e del battito le tornano normali, osservando l'ambiente circostante, si accorse che niente era mutato.. tranne che per quell'orologio che adesso segnava le ore come tutti gli orologi del mondo!!! Un sogno? O un'altra visione?
La donna accanto a lei, lasciandole la mano, si presentò come la madre di Livia, anche lei da molto tempo aveva e avuto delle visioni, avvertimenti che loro due si sarebbero incontrate. Continuava a rassicurarla che lei non era sola, che non doveva spaventarsi ... ma che dovevano affrettarsi per un compito importante.. salvare l'umanità!!
Vanessa frastornata ancora dall'accaduto, trovò però serenità in quelle parole, ora capiva, La donna e lei rappresentavano Il passato e il presente e solo con questi due elementi potevano salvare il futuro!!
Tutto intorno pareva irreale e lampante allo stesso tempo, (allora non sono pazza) e quella verità la rese felice come non mai.
In quell'attimo preciso di felicità anche un'altra donna fece comparsa, si chiamava X-Ray e si presentò come l'anello di collegamento fra i due mondi.... due mondi paralleli cuciti da un varco che solo pochi scelti potevano oltrepassare, per mezzo di una chiave di accesso! Lei. Vanessa!!
Nel frattempo a Melata... Livia dopo aver finito di studiare ancora “il caso Vanessa” ... all'improvviso mordendosi il labbro fu invasa da una verità lampo” Visioni!!” Ecco cos'erano altrimenti come poteva una ragazzina avere dei flash sul futuro così realistici? Visioni cetamente catastrofiche tanto da indurla a tentare il suicidio!!
Stava per telefonare a Eva e Rox per svelare quanto compreso, quando nel gesto di prendere il cellulare fece cadere il libro di fiabe che sua madre le regalò tanto e tanto tempo fa... il quale cadendo si spalancò facendo uscire dall'interno della costola del libro, un foglietto accartocciato blu, raccogliendolo da terra e chiedendosi come fosse che non l'aveva mai visto prima... si prese un momento per conoscerne il contenuto...
Nel foglio interno era disegnato una linea retta accompagnato da un commento " Questo è il nostro mondo. Ma se ci fossero altri mondi paralleli, come questi?" Erano disegnate altre linee rette parallele alla prima. "E se fosse possibile attraversare queste linee?. 01000011 01100101 01110010 01100011 01100001 00100000 01101100 01100001 00100000 01100011 01101000 01101001 01100001 01110110 01100101 00100000 00100000 00110010 00110000 00110010 00110011 00100000 01010000 01000100 01000011 (Cerca la chiave 2023 PDC)
Dietro il foglietto ancora una frase “Potresti arrivare in ritardo, ma è da lì che devi iniziare la ricerca”
L'ennesima frase senza senso? Sapeva bene che sua madre era sempre stata così, forse svampità per divertimento o forse parte di un progetto molto più grande e veritiero di cui tutti ne erano ignari.
Mamma e Vanessa, passato e presente. Salvare il futuro!!!
Partenze e rivelazioni
L'ultima volta che vide sua madre, era nel giardino, che parlottava fra sè e sè, indaffarata a cercare un qualcosa che sapeva solo lei, Livia le andò incontro , doveva capire alcune cose di Vanessa che misteriosamente sua madre conosceva, sapeva... appena incrociò lo sguardo della figlia senza darle il tempo di domandare, lei sentenziò:
- io so sempre tutto, vedo e ascolto tutto e dove posso intervengo, vieni cara la faccenda dei mondi paralleli è seria.
Livia sconcertata da quell'affermazione provo a chiedere quanto fosse vera tutta quella storia di Vanessa:
-
sì, esattamente, e ha usato un segreto antico per trovare la strada per tornare a casa. Ma ha anche visto cose che nessun altro ha mai visto prima. E questo può essere difficile da spiegare a chi non l'ha mai visto con i propri occhi, ma per il momento è tornata.
Poi riprendendo fiato e in tono affettuoso disse ancora:
-
non devi più preoccuparti, Vanessa è al sicuro, e tutto tornerà alla normalità. E' stato difficile per lei, tanto che tutto questo l'hanno spaventata al punto di compiere un gesto disperato. Ma ha anche imparato cose che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, questo la rende una persona molto speciale. Tesoro mio io però adesso non ho più tempo per te.... devo trovare...." - cosa devi trovare mamma?
-
ma sei ancora qui figliuola? Corri cori vai a cercare la tua cosa, che alla mia ci penso io.
Ma Livia non capiva ancora ( Oh mamma perché con te i discorsi non sono mai chiari e semplici?)
Sua madre alzò lo sguardo e l'ammonì sorridendole, per un attimo sembrava quasi l'avess letta nel pensiero e conosceva bene quello sguardo. .. con sua madre niente mai era stato semplice e chiaro...al solito doveva fare tutto da sola:
-
già perché ad essere imboccati da altri non si va mai da nessuna parte vero mamma?"
-
- ecco noto con piacere che qualcosa di buono ti ho insegnato, coraggio tesoro ci riuscirai
L'eco di quelle parole, le ultime, interrotte da uno squillo di cellulare la riportarono al presente, anche quella sera stessa una telefonata dal medico di famiglia la riportaro al presente, sua madre era stata colta da un malore l'aveva lasciata per sempre.
Dopo due anni da quel giorno ...Livia ogni giorno ripensava a lei,ma anche a tutta quella strana faccenda. Era sempre stata una donna eccentrica e misteriosa non lo poteva negare, viveva in un mondo tutto suo, e per questo aveva sospettato per lungo tempo, una pseudo malattia degenerativa che le faceva perdere il lume della ragione, per questo sospetto non aveva dato troppo peso alle sue stramberie; i messaggi in codice con cui le scriveva spesso, l'appuntamento alla Pensione, le continue sparizioni, e quell'aria svampita perenne.
Ma ... la morale comunque era che sua madre e Vanessa si conoscevano, ecco che tutto tornava, s'incastrava come un puzzle, ogni pezzo era tornato al suo posto. Vanessa che sosteneva di essere una viaggiatrice dimensionale, che aveva visitato mondi diversi dal suo, e che aveva visto il futuro. Un futuro in cui una catastrofe globale avrebbe distrutto la vita sulla Terra. Affermazioni che l'avevano portata a pensare alla ragazzina, vittima di traumi e che aveva tentato il suicidio più volte, come un soggetto fragile affetto da una forma di fuga dalla realtà.
Ma poi racconti di sua madre nelle descizioni dei gesti di una ragazzina che aveva dimostrato conoscenze e abilità che non si spiegavano facilmente e che usava viaggiare nelle varie dimensioni spazio- tempo ... portavano la sua razionalità in subbuglio ....Vanessa e sua madre erano unite non solo da un segreto, ma pure da mondi paralleli, varchi, fughe nello spazio.
Forse...sua madre era una scienziata geniale? Aveva lavorato a sua insaputa in qualche organizzazione segreta? Era lei la creatrice della macchina per i viaggi dimensionali? Del resto Vanessa in alcune sue sedute le aveva confidato che era stata proprio una strana donna a darle un dispositivo speciale, una sorta di braccialetto, che le permetteva di attivare i varchi temporali a suo piacimento. Livia ignorava l'esistenza di una macchina per i viaggi dimensionali, o se fosse stata solo un’invenzione della mente confusa di Vanessa, alimentata dalle stranezze di sua madre, non sapeva se il futuro fosse stato già scritto o se potesse essere stato cambiato dalle due donne, il desiderio che aveva adesso ripensando a tutto ciò, che avrebbe voluto un futuro da cambiare, dove incontrarsi di nuovo con la madre, abbracciarla e confortarla in tutti quei momenti che era parsa confusa e che lei aveva sottovalutato. Dopo due anni Melata era ritornata alla normalità, alla vita quotidiana di sempre, niente apparentemente era cambiato, nemmeno quell'orologio che segnava due ore avanti, che continuava non preoccupare nessun abitante. Di Vanessa invece non seppe più nulla, la sua famiglia decise di partire per la città di alcuni loro parenti, avrebbero ricominciato da capo la loro vita, Vanessa era riuscita a superare i traumi, l'ultima volta che la vide aveva uno sguardo luminoso e colmo di speranza. Chissà ... si chiese Livia...forse Vanessa avrebbe continuato a girovagare per mondi, ed altre vite, adesso la sua missione era dare un futuro al futuro. E anche a se stessa. Si avvicinò alla finestra, e guardò il cielo stellato e sorrise, quando all'improvviso In lontananza, una stella brillò più forte delle altre, come se le facesse un cenno. Era Vanessa? Livia sentì una strana sensazione nel petto, come se qualcosa o qualcuno la chiamasse.
Forse un giorno avrebbe rivisto la sua amica, chissà ..in un altro mondo, o in un’altra vita.