Nuovi incontri

L'incontro con Andrea al giornale era imminente, ma prima di recarsi all'appuntamento una volta recuperata Laura alla sua abitazione, le due donne si presero un momento di riflessione, Livia doveva assicurarsi della complicità della collega... e quindi... parcheggiò la macchina sotto l'edificio del giornale , e prima di scendere, trattenne Laura per farle capire che dovevano prima parlare insieme: - Laura... ascolta prima d'incontrare Andrea, vorrei fare con te un punto della situazione che andiamo a creare, giusto per non trovarsi impreparate in quello che possiamo e non possiamo svelare, lo capisci che noi abbiamo l'obbligo del segreto professionale. 

- Livia sono daccordo con te, non possiamo svendere informazioni personali, quindi come pensi di comportarti? E a proposito, hai pensato di fissare la seduta con i genitori di Vanessa che ti avevo proposto.

- si, ci ho pensato ma prima d'incontrare i genitori, avrei pensato di farne una seconda seduta con Vanessa, In quanto nella prima seduta .. ci sono cose da approfondire. Livia aggrottò la fronte attirando l'attenzione di Laura 

- che cosa è accaduto nella prima seduta?

Ma Livia non le rispose, rimase assorta nel ricordo di quella prima seduta, lasciando un'espressione di preoccupazione negli occhi di Laura... poi con lucidità continuò:

- sono rimasta molto colpita da alcune affermazioni di Vanessa, mi ha confidato cose che secondo me potrebbero aiutarci ad arrivare alla motivazione del suo gesto, ma che devo approfondire, devo capirne l'affidabilità di alcune frasi ecco perché vorrei accordarmi con te.

- certo lo capisco e fai bene ad approfondire, secondo me è meglio non dare questa informazione

Il cellulare di Livia, squillò all'improvviso dandole modo di sviare una ua potenziale e fettolosa risposta alla la collega, convincendosi che (era meglio non dire troppo e a troppe persone) pensò fra sè e sè rispondendo alla telefonata.

Livia sospirò paziente, convinta che sua madre ne aveva inventata un'altra delle sue per coinvolgerla, ma allo stesso tempo si sentva in colpa un po' per averla trascurata ultimamente 

La telefonata s'interruppe dopo una sfilza di rumori misteriosi e fruscii strani, Livia rimase così con una smorfia interrogativa sul volto e il cellulare a mezz'aria!!

La redazione era un luogo frenetico e un po' chiassoso per l'umore di Livia, ma all'improvviso quegli odori di carta, inchiostro, le fecero quasi scordare le preoccupazioni della telefonata con la madre, e l'argomento che stava per affrontare. Andrea accolse Laura e Livia facendole accomodare in una stanza un po' appartata e lontano dal chiasso, ma non dagli odori... quegli odori che le facevano ricordare i tempi della scuola, i tempi della spensieratezza, quella di cui aveva bisogno ancora. 

L'amica giornalista Roxy a Livia pareva averla incrociata, ma non rammentava in che situazione, mentre Eva ... una scrittrice si ma soprattutto un' amica a cui spesso aveva dato supporto e affetto ricevendone altrettanto.. ma ... che strano.. che Andrea avesse  coinvolto queste due donne.

Andrea guidò il gruppetto di donne nella sala riunioni e con aria di chi è abituata a fare da leader , prese la parola

Andrea colse quella strigliata sentendosi in colpa e riprendendo a parlare: 


In effetti il pomeriggio era volato più o meno in modo soddisfacente, certo che le info che erano state condivise non erano molte, ma potevano stimolare svariati punti di vista. Livia e Laura erano però concordi su una cosa; Andrea dava sempre più la sensazione che volesse sapere piuttosto che condividere e che forse non era nemmeno la persona giusta.

Una volta fuori dalla redazione:

Si sedette sul divanetto dove era solita far accomodare suoi pazienti e nel silenzio e la concentrazione di cui aveva bisogno cominciò a rileggere la sua relazione;  Vanessa appare una ragazzina molto timida e un po' intimorita, si tiene le mani, si tortura le unghie durante la seduta, tiene lo sguardo basso. Ho iniziato creando un'atmosfera serena per metterla a suo agio, le ho chiesto come si sentisse, risponde di non sentirsi ancora bene, e di non sapere bene spiegarmi il motivo del suo gesto, ma rammenta bene lo stato emotivo di tristezza e solitudine che la invadeva nel momento del suo grave gesto, e di avere ancora quello stato d'animo.Ho continuato a cercare a farla sentire a proprio agio, ribadendo che nella sua situazione è del tutto normale sentirsi confusa e spaventata, quando all'improvviso ha dichiarato di provare anche un forte senso di rabbia nei confronti di se stessa e con il mondo, alla mia richiesta di spiegazione a quell'affermazione, si è incolpata di debolezza, molto probabilmente non prova stima di sè nel chiedere aiuto, del tutto normale per una ragazza della sua giovane età. Il mo compito durante tutta la seduta è stato quella di normalizzare tutti quegli stati d'animo, continuando a farle sapere che niente era anormale, e che molte persone spesso ricorrono a supporti anche di questo genere, per superare le difficoltà e quindi non era il caso d'incolparsi troppo, anzi ho accentuato il fatto, che contrariamente a quanto si pensi, chiedere aiuto è invece un gesto molto coraggioso e di responsabilità verso se stessi e gli altri.Ha espresso comunque che non le piace chiedere aiuto, questo spiega il suo rimuginamento emotivo prima di compiere il suo grave gesto, ne deduco che non abbia un rapporto eccellente di comunicazione con compagni ma sopratutto con la sua famiglia.

Vanessa si è rilassata un po' di più quando le ho chiesto dei suoi interessi, ho voluto alleggerire il tono della seduta per farla aprire ulteriormente, ha elencato i suoi hobby e interessi sorridendo leggermente, hobby tutti normalisimi per la sua età, anche se svela che disegnare e leggere romanzi di fantascienza sono le sue passioni. Le ho poi chiesto cosa le piacesse della fantascienza, e ha risposto che è affascinata all'idea di un mondo diverso, forse perché il mondo che vive adesso che l'ha portata alla disperazione, lo sente come una cosa da cambiare. Trovo in questa affermazione, la voglia i cambiare le cose, la sua vita, è un segno di speranza che ha dentro sè, è molto positivo e un valore aggiunto, guardare al futuro a questa età denota una maturità anmala ma possibile, anche se subito dopo ho percepito un tono spaventato parlando di questo suo futuro. C'è una frase di Vanessa che mi ha colpito molto, alla mia domanda del perché la spaventasse il futuro nonostante lo desiderasse ha risposto... la cito testualmente " nel futuro ci sono tante cose brutte che potrebbero accadere e nel mio ho visto cose che non mi piacciono, mi spaventano.." pensavo di sorvolare su questa frase, ma ho provato ad indagare di più, ho insistito dove avesse visto il suo futuro, lo ha immaginato? Sognato? La sua risposta è stata abbastanza intensa, con sicurezza e guardandomi negli occhi ha affermato di averlo vissuto, per poi abbassandodi nuovo lo sguardo. Non si è poi più sentita a suo agio e non ha voluto spiegarmi meglio, ho lasciato cadere la faccenda, certa che ha bisogno di elaborare ancora i suoi molteplici pensieri,l'ho ringraziata per il suo tempo dedicatomi, invitandola a tornare a parlare con me ogni volta ne sentisse il bisogno.

Conclusioni personali: penso che Vanessa abbia bisogno di esprimersi e di comunicare, spogliarsi di tutti i sensi di colpa che il suicidio di norma crea nelle persone. L'esasperazione umana denota il rimuginamento per molto tempo, su problemi, dubbi che la vita quotidiana offre a tutti noi e a qualsiasi età, consiglio di proseguire la terapia psicologica. Mi prendo l'incarico anche di parlare ulteriormente con la famiglia. Livia rimase a riflettere .. una cosa non le quadrava ... il futuro può essere immaginato.. certo che sì, sognato anche... ovvio... ma poi? Visssuto come un dejavù? ... o beh capita anche quello, ma vissuto.... vissuto ... a quel vissuto Livia non sapeva proprio dargli una risposta, sensata.... Si precipitò alzandosi di scatto alla borsa, prese il cellulare e compose un numero: 

- Ciao Eva, ti distubo? Ah tranquilla è una cosa veloce che devo dirti, devo parlarti... come? Ah si hai ragione ti chiedo scusa... ma alla riunione non potevo dire, quell'Andrea sembrava volesse più estorcermi confidenze che condividere... anche tu hai avuto questa sensazione?? ecco bene almeno non sono la solita diffidente solo io ahaha, dai ci vediamo presto...e ... se non ti chiamo io.. ricordamelo tu che dobbiamo parlarci... ok ok grazie anche a te ciao.  Anche stavolta Livia aveva sparato frasi affermazioni senza aspettare troppo le risposte di Eva... ecco da chi aveva preso quel brutto vizio. Sua madre!!

Era arrivato il momento di fare delle serie ricerche, ed era il momento giusto per coinvolgere qualcuno che potesse aiutarla a sciogliere alcuni dubbi..., si mise davanti al computer e cominciò a cercare... non sapeva bene nemmeno lei come formulare queste ricerche.... ma come accade spesso... " si trova quel che si cerca, quando non lo si cerca" una delle tante frasi folli di sua madre.

Forse un futuro vissuto in una zona più profonda del subconscio? Beh però per approfondire questo occorrerebbe una seduta di ipnosi, forse doveva interpellare qualche collega più competente, e ad un certo punto uno sbadiglio improvviso le ricordò che aveva sullo stomaco soltanto una misera colazione... questo caso le stava consumando energia, e se non voleva esaurirsi del tutto doveva mangiare qualcosa.

Uscìì di corsa fuori dallo studio e si diresse alla trattoria ... l'unica a Melata.. ma l'unica anche nel servire deliziosi manicaretti tanto deliziosi ...uhmm che solo a pensarli la fame ruggiva come una tigre. 


Revision #5
Created 24 March 2025 12:13:40 by Fiona Saiman
Updated 4 April 2025 10:01:53 by Eva Kraai