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Quattro donne con i loro problemi

Lasciando un’esterrefatta Roxy davanti alla piazza, Eva si precipita in camera e telefona immediatamente a Livia, sperando che non sia troppo impegnata e che risponda subito:

- Livia, devo parlarti al più presto, qui a Melata stanno succedendo cose incredibili!

Livia è colpita dal tono eccitato della sua vecchia amica di Università, che di solito non si stupisce facilmente, visto il genere di romanzi che scrive:

- Calmati, Eva, cosa può essere successo peggio di quello che sto scoprendo sul caso di Vanessa? Te ne ho parlato, vero?

- Sì, certo, me ne ha accennato anche Roxy…a proposito, è venuta improvvisamente a trovarmi qui in albergo molto ansiosa, anche lei ha una brutta sensazione. Insomma, come posso dirtelo senza sembrare fuori di testa? Beh, te lo dico direttamente: qui davanti ora c’è una grande piazza con una fontana al centro.

- Ma come? Ne sei sicura? Ti ricordi che ieri sera, quando siamo arrivate, l’entrata dell’albergo era un vicolo… Comunque scusami, ora sono in riunione con Laura, una consulente che ha una sua strategia per aiutare quella povera ragazza, poi insieme andremo ad incontrare il direttore del giornale di Melata. Ci vediamo dopo e mi mostri questa “piazza”, ok?

Eva si rende conto di non essere stata presa sul serio, saluta Livia e scende in fretta per fotografare la piazza con il suo cellulare e chiedere conferma a Roxy di quello che hanno appena visto, ma Roxy non c’è e si trova davanti all’entrata il solito vicolo, proprio come aveva detto Livia.
A questo punto, temendo di avere avuto un’allucinazione, decide  di scrivere qualche appunto su Melata per il suo romanzo e, già che deve fare ricerche sul web, di approfondire anche la storia di Vanessa. Sicuramente troverà articoli che ne parlano sul quotidiano locale. Anzi, perché non raggiungere lì Livia e Roxy?

Eva e la piazza.png

***

Vanessa si è chiusa nella sua cameretta appendendo fuori dalla porta il solito cartello “Non entrate, sto studiando”, ma non ha aperto un libro o scritto una riga. Cerca di mantenere la calma concentrandosi sulla respirazione come le ha insegnante Livia, deve riflettere su come uscire dal tunnel oscuro che si vede continuamente davanti. Il pensiero del colloquio che ha avuto con Livia la ossessiona: da un lato pensa di avere trovato finalmente un’ancora di salvezza, qualcuno che finalmente riesce a capirla e che possa davvero aiutarla, ma dall’altro ha paura di averle rivelato troppo, e non sa se la psicologa le abbia creduto. Quello che ha vissuto è difficile da credere persino per lei stessa. Ha provato a fuggire nel modo più estremo, ma non è servito a niente. Si rende conto che è stato solo uno stupido tentativo di chiedere aiuto, non voleva veramente farla finita, perché, come le ripeteva spesso la sua insegnante, Consuelo (che ora deve essere molto in pena per lei, pensa, e il senso di colpa la coglie all’improvviso come una stilettata): “Se esiste un problema, c’è anche una soluzione, altrimenti non è un problema”.

A questo punto decide di consultare l’I Ching, che ha scoperto da poco ma che le ha dato sempre indicazioni su come comportarsi nelle situazioni di stress. Tranne l’ultima volta, quella in cui l’ha ignorato e… Non vuole pensarci adesso, si rende conto che è stato un altro momento in cui ha vinto la depressione, e lei non vuole assolutamente rientrare in quella spirale, non ora che forse qualcuno che può aiutarla l’ha incontrato.

Prende il libro, lo apre delicatamente e lancia per sei volte le monete. Osserva l’esagramma che ha ottenuto e le sembra positivo: La Preponderanza del grande. Il grande è eccessivo. «La trave maestra s’incurva», perché le due linee estreme sono deboli e c'è eccessiva forza nel mezzo (quattro linee dure, due delle quali centrali). Il Mite e il "gioioso" sono attivi. «Propizio quando c'è un luogo in cui andare; riuscita».

E’ molto colpita soprattutto dalla terza linea, “la trave maestra s’incurva”. Non può farcela da sola a sostenere il peso di quello che ha visto, è ora di accettare un aiuto. Deve fidarsi di Livia.

***

Andrea sta fumando nel suo ufficio, sa che è vietato ma non le interessa, in fondo un direttore deve pure avere dei privilegi, no? E poi è nervosa per l’incontro che le hanno chiesto Livia e l’altra consulente, come si chiama? Ah, Laura, ecco, Laura. L’idea di incontrare delle donne insieme le dà sempre molto fastidio, ma per avere qualche dritta in più sul caso di quella stupida ragazza che ha avuto la brillante idea di tentare il suicidio ne vale la pena. In fondo il giornale si regge soprattutto sui fatti di cronaca nera, la gente è ansiosa di sapere tutti i dettagli e di fare congetture. Deve anche mettersi d’accordo con Roxi su come condurre l’incontro, sperando che non tiri fuori le sue solite lagne sulla condizione femminile e sulle donne maltrattate. Come quella che si è fatta incastrare dal bellone conosciuto al liceo, come si chiama? Eva? No, Evelin, qualcosa del genere. Mentre sta spegnendo la sigaretta nel portacenere già colmo, entra Roxy.

- Alla buonora! Avresti dovuto essere qui già da mezz’ora, Roxy. Non si usa essere puntuali a Milano?

- A parte che io come sai non sono di Milano, ho avuto un imprevisto, e comunque adesso sono qua. Dimmi tutto.

-Dobbiamo decidere cosa dire a quelle due che hanno chiesto di incontrarci. Cerchiamo di farle parlare il più possibile, siamo a corto di elementi sul caso della ragazza aspirante suicida…

Roxi è lievemente irritata dall’atteggiamento cinico di Andrea, ma orami c’è abituata. In fondo si conoscono da anni, e pur avendo una visione molto diversa della vita e delle cose hanno sempre trovato punti di accordo sul lavoro.

- Hai detto bene, cerchiamo di lasciar parlare loro e, a proposito, la ragazza ha un nome: Vanessa.

- Sì, ok, Vanessa, un altro caso umano di cui dobbiamo occuparci. Io lascerei condurre a te la conversazione, sei molto più, come si dice? Empatica di me, io credo che al primo accenno ai problemi psicologici delle “povera” fanciulla indifesa le manderei volentieri affanculo.

Roxy ridacchia tra sé e sé ma stavolta tace. Non c’è tempo per controbattere, la riunione sta per iniziare. Ma prima o poi un discorsetto ad Andrea deve farlo, parola di scout. Anzi, di coccinella.

***

Nel bunker, X-Ray è molto concentrata sul suo computer. E’ riuscita a introdurre un nuovo elemento in quel mondo così diverso dal suo eppure ormai a lei tanto familiare. Ma teme che il “Dottore” abbia qualche sospetto. Ieri ad esempio era entrato a un orario insolito per lui e le aveva rivolto bruscamente la parola. Ripensa perplessa a quella brevissima conversazione:

- X-Ray, mi sembri un po' distratta ultimamente. C'è qualche problema?

Lei, colta di sorpresa, era riuscita a mantenersi apparentemente fredda e distaccata:

- No, nessun problema. Solo un po' di stress da lavoro.

- Lo stress non è una scusa accettabile per non lavorare al massimo delle tue capacità. Siamo vicini alla fine dell'esperimento e non possiamo permetterci di avere debolezze in questo momento.

- Lo so, signore. Non si preoccupi, farò il mio lavoro al meglio.

- Spero per te che sia così. Ricorda che se dovessi scoprire qualcosa di strano, non esiterò a prendere provvedimenti.

Può darsi che in realtà si tratti della solita tattica per tenere tutti sotto pressione, o anche di una certa avversione che il “Dottore” ha manifestato anche in passato verso di lei, unica donna del team. Ma sa che deve stare molto attenta, la posta in gioco è altissima e non può deludere i suoi veri capi. Si chiede spesso perché abbiano scelto proprio lei per una missione così delicata, ma in fondo sa di essere la migliore programmatrice della sua squadra. “Spero che non si siano sbagliati” pensa.

E in effetti, qualcuno nello strano universo dove è stato creato il paese di Melata si sta svegliando.

Una figura femminile incappucciata di spalle al computer.jpg