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Vent'anni dopo

Eva si sta preparando per la presentazione ufficiale del suo ultimo libro. E’ sempre un po’ tesa in queste occasioni, deve scegliere l’abbigliamento adatto e soprattutto predisporsi ad affrontare le critiche senza farsi prendere dall’emotività, che può giocarle brutti scherzi, com’è avvenuto quando ha parlato del suo primo romanzo. Il confronto con il pubblico per lei non è mai semplice, e fa affiorare una timidezza che ha lottato con fatica per superare. E’nel suo studio, circondata dai suoi libri e da alcuni riconoscimenti ottenuti in passato. Ripensa proprio al suo esordio, e questo la porta a ricordarsi di Melata. Molte altre occasioni ci sono state per incontrare nuovamente Livia, che prosegue con immutato slancio la sua attività a sostegno dei giovani in difficoltà, e Roxy, che è entrata nel club delle piazze scomparse e ora si occupa soprattutto dei problemi legati al cambiamento climatico.

Con un sorriso malinconico pensa: "Vent'anni... sembra ieri, eppure una vita intera è passata. Quell’avventura mi ha cambiato, mi ha spinto a esplorare mondi fantastici e a raccontare storie che possano far riflettere. Mi ha insegnato che i confini tra realtà e immaginazione possono essere più sottili di quanto pensiamo. Sono contenta di ogni parola scritta, di ogni emozione condivisa con i lettori. Ma la verità è che una parte di me è rimasta intrappolato a Melata, una parte che mi spinge ancora cercare l'essenza della vita e a continuare a scrivere..."

Ma è tardi, non può lasciarsi andare ai ricordi. Prende la borsa e il cappotto, esce da casa e sale in auto. Come sempre il traffico è intenso anche di sera nella grande città in cui vive.

***

E’ andata. La presentazione può ritenersi abbastanza riuscita, ha letto alcuni brani del suo libro e non ci sono state troppe interruzioni. Ora può rilassarsi e firmare le copie che gli intervenuti le stanno portando. A un certo punto una giovane donna vistosamente incinta è arrivata davanti al suo tavolo e la guarda intensamente.

- Che cosa devo scriverti? -  Le chiede, come fa con tutti.

- A Vanessa, con affetto.

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Eva la guarda perplessa e dopo qualche istante riconosce il viso che aveva visto solo nelle foto pubblicate dal quotidiano locale di Melata, un viso molto più adulto e con una nuova consapevolezza negli occhi.

- Vanessa.Vanessa... Non posso crederci! Sono felice di vederti. Proprio qualche ora fa stavo ripensando a Melata, che coincidenza!

- Eva, ho letto tutti i tuoi libri. Mi hanno ispirato a seguire la mia passione per la scrittura. E, sai, quello che ho vissuto a Melata ha avuto un impatto enorme sulla mia creatività. Ho cercato di dare un significato a tutta quella vicenda. E no, non credo alle coincidenze" le risponde Vanessa con una punta d’ironia.

- Adesso non posso parlarti, ma aspettami. Appena finisco qui, ti raggiungo e mi racconti di te, ok?

Poco dopo le due donne sono sedute a un tavolo del bar del Megastore in cui si è tenuta la presentazione, e condividono le loro esperienze e riflessioni su Melata e sulle storie che hanno scritto. Eva incoraggia Vanessa a esplorare la profondità della sua immaginazione e a dare vita alle emozioni che ancora porta dentro.

- Vanessa, ti vedo davvero come una fonte di speranza. Hai affrontato l'oscurità e hai trovato la forza di andare avanti. Sono orgogliosa di te!

- Grazie, Eva. Voglio continuare a scrivere storie che possano toccare il cuore delle persone, proprio come hai fatto tu.

- A dire il vero, il mio primo romanzo non ha avuto un grande successo, ma è stato pur sempre un inizio. Tu hai già pubblicato qualcosa?

- Ehm, veramente no, ho proposto il mio lavoro a diversi editori e sto aspettando una risposta...

- Forse potrei offrirti un incentivo: che ne diresti se ti facessi la prefazione? Prima dovrei leggerlo però…

Si mettono a ridere entrambe, ed entrambe pensano che sia una giusta conclusione per quanto accaduto tanto tempo prima.

***

In una lontanissima Galassia, nella sua biblioteca persa nel tempo e nello spazio, mentre il sole tramonta sul Faro dello Scorpione, o forse tra le sinuose volute della Torre di Babele, o forse tra le antiche mura delle torri costiere, o forse sulle rovine degli ziqqurat, o forse sulle specchiate pareti dei grattacieli più arditi, Ana Bor, la scriba, chiude finalmente il libro e sorride.