Passarono gli anni...
Passarono gli anni, la dirigente dovette andarsene in pensione, per raggiunti limiti di età. Ce l’aveva fatta, a dispetto delle riforme deliranti, delle incoerenze e delle delusioni, affrontate durante i suoi primi anni di dirigenza!
Il suo ultimo giorno era giunto. Si diresse verso l’agorà a gradoni. Sì, in quel paese senza piazza, era sorta l’agorà, una piazza fortemente voluta dalla stessa dirigente, in uno spazio esterno alla scuola, dove si trovavano anche altre aree, come gli orti, la grande area gioco, l’aula verde e la terrazza della biblioteca, tutti luoghi riservati per la didattica all’aperto che potevano essere utilizzati anche dagli abitanti del paese.
Erano passati più di vent’anni e il rapido progresso tecnologico aveva cambiato il mondo intero e aveva rivoluzionato anche il mondo della scuola di Melata. La dirigente aveva accolto di buon grado l’innovazione, confidando nel fatto che fosse uno strumento fondamentale per scoprire il mondo anche divertendosi, aiutando gli alunni a diventare utilizzatori consapevoli e responsabili della tecnologia, sia a scuola che a casa. Infatti, si era attivata per creare un ambiente fisico accogliente che consentisse lo “stare bene” a scuola, che fosse adeguato alle nuove esigenze didattiche e che si estendesse dall’edificio-scuola al territorio, dall’aula al paese e
allo spazio virtuale.
Guardò con soddisfazione tutti i cambiamenti strutturali fatti nell’edificio scolastico con aule e laboratori dotati di elementi flessibili e modulari, pareti mobili ed arredi che potevano essere spostati facilmente in modo da agevolare le attività di classi aperte. Ogni aula multifunzionale, era dotata di materiali didattici e postazioni con strumenti tecnologici, angoli per attività laboratoriali, spazi per le attività individuali e di gruppo.
Le lezioni venivano tenute sia dal vivo da insegnanti ma anche all’interno di un mondo completamente immersivo, un mondo virtuale, in cui gli alunni potevano viaggiare nel tempo e nello spazio mediante un apprendimento attivo molto coinvolgente e partecipativo. Gli studenti potevano lavorare insieme per risolvere problemi complessi e creare soluzioni innovative attraverso lavagne interattive, chat
room online e Intelligenza Artificiale, nella massima sicurezza con l’accesso a docenti e studenti solo se autorizzati..
La dirigente, molto emozionata, fu accolta nell’agorà dagli insegnanti, da una rappresentanza di genitori e di alunni, mentre altri e “SCUOLEinRETE” erano collegati attraverso uno schermo.
Nel suo saluto di commiato espresse i ringraziamenti a quanti avevano collaborato ad accogliere le novità e le sfide e manifestò la sua soddisfazione per aver creato un buon clima lavorativo di coesione interna, affinché ognuno nel proprio ruolo potesse offrire il proprio contributo.
Ci tenne a puntualizzare, rivolgendosi ai docenti che il passaggio al digitale deve indurre a far leva sulle dinamiche della collaborazione e della condivisione, su una didattica basata sulla costruzione, sull’operatività e sulla partecipazione.
E volle precisare:
- Ho sempre creduto che alla base di qualsiasi interazione, sia social o sociale, alla base di ogni percorso di crescita, sia fisico o psicologico, ci debba essere la conoscenza e la gestione delle proprie emozioni e il rispetto di quelle altrui. Educare all’emozione significa affiancare i nostri studenti a scoprire e a portare fuori il proprio sentire, le proprie paure, le proprie aspettative verso il futuro;
vuol dire insegnare ai giovani a rispettare il prossimo sentimentalmente e di conseguenza se stessi, a non ragionare per stereotipi maschili o femminili o per pregiudizi.
Poi concluse con l’auspicio che la scuola potesse continuare ad essere punto di riferimento culturale per tutta la comunità e aggiunse:
- Auguro a chi mi succederà nella dirigenza e a voi insegnanti di vincere le nuove sfide che le trasformazioni sociali, politiche, culturali e tecnologiche comportano per continuare ad offrire una formazione aperta a nuovi orizzonti nell’ottica di un progetto educativo condiviso oltre i confini della scuola di Melata. Voglio concludere con una frase di Don Milani:
Il maestro,come un profeta, per quanto può, deve scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso.(Lettera ai giudici)
- E ora vi voglio presentare la nuova insegnante di lettere, che ha preso servizio oggi in questa scuola, la professoressa Vanessa De Marco!