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Su consiglio di Consuelo e di Assunta, Evelina aveva accompagnato Robertino dalla psicologa.

Su consiglio di Consuelo e di Assunta, Evelina aveva accompagnato Robertino dalla psicologa. Dopo l'episodio dello schiaffo, non ve ne erano stati altri, ma Robertino si era chiuso in se stesso e i suoi momenti di rabbia li sfogava su giocattoli e suppellettili. Cominciata la scuola, qualche segno di aggressività non era mancato. Era necessario prevenire il peggio ed Evelina lo capiva bene. La psicologa cui si erano rivolte conosceva già la storia di Evelina, e non si era meravigliata certamente di quella visita. Robertino sembrò stare meglio, dopo le chiacchierate con la psicologa, ma Evelina aveva un pensiero fisso. Il gruppo dei bulli che avevano perseguitato Vanessa non erano stati individuati, almeno non tutti. Vigeva un clima di omertà tra loro e nomi non ne facevano. A modo loro, il peggiore, si sentivano eroi. Il tormento di Evelina era che tra quelli potesse esserci Robertino. Aveva affrontato l'argomento nella casa in cui vivevano. Da quando di Evo si erano perse del tutto le tracce, avevano lasciato la casa famiglia e vivevano in un piccolo appartamento non lontano. Ogni volta che prendeva il discorso di Vanessa, Robertino rimaneva del tutto indifferente. Non era un bel segno. 

- Mamma, non scocciare. Non sono cose che mi riguardano...

- Non è così, la violenza riguarda tutti, in particolare con chi ne è stato vittima. Non credi?

- Storia vecchia. Quello l'hai costretto ad andarsene. Che vuoi di più? 

- Dimmi la  verità, per piacere. C'entra con la storia di Vanessa?

- Non c'entro, ma solo perché sono un vigliacco. Così mi hai voluto e così sono. 

 

Quanto avrebbe ancora dovuto soffrire? Quanto ancora avrebbe dovuto subire? Ma era sua madre, doveva aiutarlo in ogni modo. Riportarlo dalla psicologa, era una vera lotta. Ogni volta la sua rabbia si sfogava a parole, insulti. Però poi ci andava, un po' trascinato, un po' perché in fondo era suo figlio, e forse voleva essere salvato. Evelina sopravviveva grazie a questa speranza, che condivideva con le sue figlie e con le amiche, sempre presenti alle sue richieste di aiuto. 

 

Quanti anni erano trascorsi da quei giorni giorni duri da vivere? Robertino era cresciuto. Studiava per diventare medico. Lei continuava a lavorare, ma era vicina alla pensione. Pensava spesso a Vanessa. Aveva sentito dire che si era messa a scrivere. Pensò che in fondo anche il suo diario sarebbe stato giusto pubblicarlo. Ci avrebbe pensato.